Dose ricetta per 10 porzioni
Per la cottura del grano
300 g. Grano tenero chicchi
10 g. Sale
2 g. Cannella stecche polverizzata
0,5 n. Vaniglia baccelli
2 g. Buccia di limone grattugiata
2 g. Buccia di arancia grattugiata
Per la crema
600 g. Ricotta
25 g. Cedro candito
25 g. Arancia candita
30 g. Cioccolato fondente
30 g. Zucca candita
30 g. Pistacchi di Bronte
275 g. Zucchero
Per la sbriciolata
60 g. Farina di mandorle e pistacchi
60 g. Zucchero di canna
60 g. Farina tipo 0
60 g. Burro
1 g. Timo limone
Procedimento
Mettere il grano ad ammollare per tre giorni in un contenitore con il sale, cambiando l’acqua ogni giorno, aggiungendo la stessa quantità di sale del giorno prima. Scolare il grano, riunire gli ingredienti in una pentola a pressione, coprire con acqua, che non superi il limite indicato dalla stessa, e cuocere per 90 minuti. Quindi, lasciare raffreddare nell’acqua di cottura. Scolare il grano, togliervi gli aromi, metterlo in un contenitore e conservarlo in frigo.
Per la crema di ricotta. In una terrina condire la ricotta con lo zucchero, mescolando con una frusta. Passare al setaccio e unire i canditi e il cioccolato fondente tritato. Conservare in frigo a stabilizzare.
Per la sbriciolata di mandorle e pistacchi. Mescolare in una terrina le polveri con una frusta, aggiungendo a mano il burro morbido. Lasciare riposare la massa per 30 minuti e dopo sbriciolare con le mani. Cottura 175°C per 15 minuti
Finitura e presentazione. Mescolare la crema di ricotta e il grano freddo, Porzionare in piccole formine e servire con la sbriciolata,fiori eduli e marmellata di albicocche.
Curiosità. Questo è un dolce tipico della festa di Santa Lucia, patrona siracusana, il 13 dicembre. Il nome cuccia può derivare dal sostantivo cocciu, (chicco), o dal verbo cucciari ( mangiare un chicco alla volta). La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole, destinate agli uccellini, si lasciano sui tetti. Giuseppe Pitrè, famoso studioso di tradizioni popolari, recita: “Santa Lucia pani vurria, pani nu nn’hauiu, accussì mi staiu”, (trad.: Santa Lucia vorrei del pane, ma pane non ho, digiuno mi sto).